IBM ha pubblicato ieri un interessante studio in cui afferma che i dipendenti che usano un Mac hanno il 22% in più di probabilità di superare con successo le revisioni delle prestazioni rispetto a coloro che usano PC Windows. Lo stesso varrebbe anche per i risultati di vendita ed i ricavi generati.
La ricerca arriva a quattro anni dalla partnership stretta dalla compagnia americana con Apple, che ha portato all’inserimento di 290mila dispositivi della Mela nel proprio parco macchine, ad un ritmo di 1900 Mac a settimana.
Nella conferenza il CIO di IBM Fletcher Previn ha anche osservato che i dipendenti Mac hanno riportato il 17% in meno di probabilità di lasciare la società rispetto alla controparte Windows, ma sono anche più soddisfatti del software: solo il 5% ha chiesto qualche app aggiuntiva, più della metà rispetto alla percentuale dell’ecosistema di Microsoft (11%).
Previn ha anche toccato il costo per offrire supporto ai Mac sul posto di lavoro ed ha osservato che per gestire 200mila Mac sono richiesti solo sette ingegneri; per un numero di computer uguali, ma basati su Windows, ne sarebbero necessari almeno venti.
A livello d’installazione, il processo di migrazione è stato semplice per il 98% degli utenti Mac, rispetto a solo l’87% di quelli che si sono spostati da Windows 7 a Windows 10. Gli utenti Windows inoltre hanno avuto cinque volte più probabilità di chiedere supporto in loco.